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Studio socio economico

Finalità

Comprendere quali siano i principali aspetti socio-economici dell’olivicoltura esistente nell’area transfrontaliera, al fine di determinare i costi d’impianto e di gestione di un oliveto, in modo da fornire indicazioni per le scelte imprenditoriali migliori, sia per olivicoltori già esistenti che per coloro che intendono realizzare nuovi impianti (olivicoltori futuri).

Criteri metodologici

L'indagine è stata svolta presso gli olivicoltori, le associazioni ed i principali frantoi, con l'ausilio di un questionario atto alla raccolta di informazioni necessarie allo studio socio-economico ed alla stima del costo di impianto e di gestione di un oliveto. Sono stati pertanto reperiti dati su: superfici coltivate (ettari), varietà coltivate, tipo di conduzione, numero di piante e tipologia di impianto, quantità di olive prodotte, quantità di olio prodotto, spese e costi di gestione dell'oliveto (sia in aree di pianura che in aree di collina).

Dallo studio emerge che l’olivicoltura transfrontaliera è prevalentemente di due tipi: marginale e tradizionale

L’olivicoltura marginale è diffusa nelle aree collinari vocate, a margine dei vigneti o nelle zone meno accessibili (sia terrazzate che naturali), ove le sistemazioni agrarie e le caratteristiche morfologiche limitano il sistema produttivo.

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L’olivicoltura tradizionale è diffusa principalmente nelle zone collinari della provincia di Trieste (Muggia, San Dorligo della Valle, Caresana) e di Caneva in provincia di Pordenone; tali impianti costituiscono la parte più consistente della produttività olivicola regionale, che tuttavia presenta alti costi di produzione dovuti alla collocazione degli oliveti in aree pendenti e all’elevata richiesta di manodopera da impiegare durante le lavorazioni colturali, di potatura e di raccolta.

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Nel territorio sono presenti in totale n.16 frantoi: 14 in Friuli Venezia Giulia (Italia) e 2 in Slovenia; 9 di questi frantoi lavorano per conto terzi e 7 frantoi invece ad uso privato.

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Sulla base dei dati raccolti presso i produttori e i frantoi è stato possibile valutare correttamente, per specifiche situazioni, quanto l’olivicoltura nell’area transfrontaliera risulti essere economicamente fattibile e conveniente. L’olivo è una coltura la cui durata di vita può protrarsi anche per secoli, tuttavia nel calcolo del costo di impianto e di gestione di un oliveto, la durata è stata valutata pari a 25 anni, in quanto, come sopra menzionato, ciclicamente e specialmente alle nostre latitudini, sono alte le probabilità che si verifichino episodi climatici (intense gelate) tali da determinarne la morte. La produzione dell’oliveto non è costante negli anni ma è soggetta all’alternarsi di annate più o meno produttive. In genere incomincia a produrre in modo significativo dal 5° anno in poi, con un incremento annuale di circa il 10%, fino al raggiungimento della massima produttività attorno al 12° anno. Successivamente la produzione annuale può essere considerata, mediamente, pari al 75% di quella massima.

Fasi dell'oliveto:

1^) 1° - 4° anno         Fase non produttiva

2^) 5° - 12° anno       Fase di incremento produttivo

3^) 13° - 25° anno     Fase a produzione costante

- Pre impianto: studio della vocazione del territorio alla coltivazione dell'olivo per determinare l'idoneità del sito.

- Operazioni preliminari (spese iniziali da affrontare, dal 1° al 4° anno)acquisto macchinari per le lavorazioni ed i trattamenti (trattrice, qualora l’azienda e/o il produttore non ne sia già in possesso); preparazione del terreno (decespugliamenteo, diserbo, scasso, squadratura…ecc.); esecuzione dell’impianto (scavo buca, acquisto piante e pali, messa a dimora); acquisto attrezzi, per la potatura e raccolta delle olive (scuotitore e reti); realizzazione locali per stoccaggio olio.

- Lavorazioni ordinarie: (annualmente) trattamenti fitosanitari, concimazione (fertilizzazione), diserbo, sfalcio, potatura, (dal 5° anno in poi) raccolta, frangitura, imbottigliamento.

 

PRODUZIONI DI OLIVE (per ettaro) NELL'ARCO DI 25 ANNI

Composizione varietale tipo di un oliveto (300 piante/ha – 6x5 m) nel territorio transfrontaliero:

- 50 % Bianchera;

- 25 % Gorgazzo - Frantoio;

- 25 % Cernica, Drobnica, Leccino, Maurino, Grignan ed altre. 

Produzioni:

- dal 1° al 4° anno: produzione non rilevante

- 5° anno: produzione 30%

- 6° anno: produzione 40%

- 7° anno: produzione 50%

- 8° anno: produzione 60%

- 9° anno: produzione 70%

- 10° anno: produzione 80%

- 11° anno: produzione 90%

- 12° anno: produzione 100%

- dal 13° al 25° anno: produzione 75%

 

Produzioni campagne olivicole 2012 e 2013 (i quantitativi si riferiscono a dati stimati):

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Dall’indagine svolta emerge che investire nell’olivicoltura nel territorio transfrontaliero laddove si vuole produrre un olio extravergine di qualità e ottenere risultati positivi in termini economici, è possibile qualora vengano applicate soluzioni agronomiche adeguate al contesto geo-ambientale in cui si opera. Ciò consente di contenere i costi e al contempo raggiungere rese produttive soddisfacenti. In tal senso può risultare conveniente utilizzare strutture e mezzi di tipo “associativo” o, meglio ancora, usufruire di strutture private che lavorano in conto-terzi. Ulteriore opzione può essere l’acquisto di moderni macchinari da parte della singola azienda ma con spese ammortizzabili in periodi piuttosto lunghi.

Va comunque sempre tenuto presente che l’area transfrontaliera, ricadendo nella sottozona climaticamente fredda, al limite settentrionale dell’areale di distribuzione dell’olivo, può essere soggetta a eventi climatici estremi tali da compromettere la sopravvivenza delle piante.